PIAZZA DELLA REPUBBLICA Foro ipotetico della città antica e Platea Comunis di quella medievale, la piazza si apre in luogo dove la ricerca archeologica ha individuato una continuità d'uso a partire dalle fasi più antiche dell'occupazione umana della rupe.
COLLEGIATA DI SANT.ANDREA e BARTOLOMEO fu fondata nel VI secolo e ricostruita nel XI-XII secolo e completata nel XIV secolo; venne rifatta nella navata all'inizio del '500 ripetendo forme del romanico orvietano.
La facciata ha un portale gotico di Vito di Marco da Siena su un progetto del Maestro Vetrino (1487). Lungo il fianco sinistro della chiesa corre un portico su arcate rette da colonne in travertino con gli emblemi delle sette arti maggior, sotto il quale vi è una grande epigrafe latina con stemmi che ricordano i fasti della chiesa.
PALAZZO DEL COMUNE
La torre dodecagonale fa da raccordo tra la chiesa e il palazzo pubblico, che occupa il lato meridionale della piazza.
L'edificio, sede del Municipio, fu edificato nel 1216-19 e completamente rinnovato nel 1573-81 su progetto incompiuto di Ippolito Scalza.
E' formato da una serie di arcate che in basso sorreggono l'ampio terrazzo, dietro il quale si alzano un piano nobile, con finestre di ordine gigante e un mezzanino. Resti della costruzione duecentesca sono visibili sul retro, mentre nell'interno, al secondo piano, arcate ogivali (1270-76) sorreggono il tetto.
CORSO CAVOUR
Una volta fu la medievale via della Mercanzia, oggi arteria principale del centro storico, è la più signorile e commerciale via della città. La strada attraversa tutto il centro storico fino al margine orientale della rupe.
PALAZZO DEI SETTE
Fu eretto, sulla Mercanzia, alla fine del Duecento come sede della magistratura dei Signori Sette, che erano i consoli rappresentanti delle Arti. Assunse una valenza urbanistica molto importante divenendo il cardine del nuovo piano urbano che prevedeva nuove strade che raggiungessero il Duomo e il palazzo del Popolo.
TORRE CIVICA
torre medievale del '500, inizialmente dei conti Della Terza e successivamente del Papa, è più nota come TORRE DEL MORO forse per il soggetto presente nello stemma della famiglia dei banchieri Pucci, posto su un portale accanto alla torre. In alto, la campana con i simboli delle 24 Arti, fusa nel 1316 per il palazzo del Popolo e qui trasferita nel 1876.
PALAZZO DEL POPOLO
citato per la prima volta nel 1281 negli atti del comune come “Palatium Populi”., l'edificio è in pietra basaltica e tufo e fu concepito come traduzione architettonica locale del broletto lombardo.
All'interno imponenti arcate ed elegantissime trifore collegate da cornici attorno alle quali si svolge una caratteristica decorazione a scacchiera.
Al primo piano la cosiddetta “Sala dei Quattrocento”, una grande sala con resti di affreschi sulle pareti, che documentano il succedersi dei vari capitani del popolo, del podestà e dei pontefici fra XIV e XVII secolo.
A piano terra sono affiorate murature antiche risalenti al periodo estrusco.
PIAZZA DEL POPOLO
progettata quasi nel baricentro della città duecentesca in funzione del palazzo pubblico che su di essa doveva imporsi isolato.
VIA DEL DUOMO
muove a sud della Mercanzia in corrispondenza del palazzo dei Sette, per collegare direttamente, nel Duecento, il nuovo fulcro urbano con il polo religioso.
IL DUOMO
intitolato a S. Maria Assunta in Cielo (fino all'800 a S. Maria della Stella) ed elevato su una platea di sette gradini bianchi e rossi alternati, è tra le più grandiose realizzazioni dell'architettura medievale italiana. Edificato nell'arco di più di secoli dal XIII al XVII.
La prima pietra, benedetta da Papa Niccolò IV, venne posta il 13 novembre 1290 sul luogo dove sorgevano la chiesa cattedrale in rovina di S. Maria de Episcopatu e quella capitolare di S. Costanzo (sulle cui fondazioni in parte il Duomo poggia).
[leggenda sul Duomo di Orvieto: secondo una tradizione priva di fondamento, il Duomo fu eretto per celebrare il miracolo di Bolsena. Nel 1263 un prete boemo, incredulo della dottrina della transustanziazione, mentre celebrava messa presso la tomba di santa Cristina in Bolsena vide stillare sangue dall'ostia consacrata e bagnare il corporale e i lini liturgici. Papa Urbano IV mandò a Bolsena il vescovo Giacomo per sincerarsi dell'accaduto e portare a Orvieto il lino insanguinato, che fu esposto al popolo. L'11 agosto 1264 il pontefice promulgò la bolla che istituiva la festa del “Corpus Domini”.]
La forma è quella di un gigantesco trittico ogivale. L'ossatura della costruzione è costituita da quattro pilastri a fascio che si levano da uno zoccolo di rubisti piloni e si coronano in alto di guglie.
La facciata è stata progettata da Lorenzo Maitani con un disegno tricuspidale.
I quattro pilastri tra le porte hanno un rivestimento di lastre marmoree con bassorilievi (1320-30).
Le tre porte recano imposte bronzee. La porta centrale presenta rilievi di Emilio Greco in sei scomparti, raffiguranti le “Opere della Misericordia” (1964-70).
Il rosone è opera di Andrea di Cione, l 'Orcagna, ed è formato da un doppio giro di colonnine con archetti intrecciati, recanti al centro la “testa del Redentore”. La rosa è inscritta in un quadrato, ornato agli angoli dalle figure dei “quattro dottori della chiesa” (Ss. Agostino, Gregorio Magno, Girolamo e Ambrogio).
L'interno del Duomo è di tipo basilicale, a tre navate divise da dieci colonne e due pilastri con ricchi capitelli (di fra' Guglielmo da Pisa e di Ramo di Paganello) sorreggenti archi a pieno centro.
Gli interni appaiono maestoni e solenni e rivelano una concezione unitaria dello spazio. Tutto questo grazie alla dicromia dei filari dipinti nella parte alta delle pareti, alla grandiosità delle forme romaniche attinenti alla primitiva ideazione, all'altissima luminosa navata mediana, allo slancio della crociera oginale, agli effetti creati dalla luce che entra attraverso le lastre di alabastro e dalla quadrifora absidale.
Il pavimento, in calcare rosso di Prodo, si eleva dalla facciata all'abside e il livello dei capitelli si và abbassando, allo scopo di dare l'illusione di una lunghezza della chiesa maggiore della reale (88,33 m.)